Vittorio Veneto e la Grande Guerra
Il 27 gennaio è il giorno della memoria, una data che serve da monito per ricordare le atrocità del passato, nella speranza che non avvengano più.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei. E stessi zitto perchè mi erano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e ne fui sollevato, perchè mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
Bertolt Brecht
Il vero male della nostra società è l’indifferenza. E oggi sotto il manto dell’indifferenza molti genocidi continuano a ripetersi sotto gli occhi di tutti senza che nessuno osi neanche parlarne.
Di questo bisogna parlare con i nostri figli. Perchè i bambini sentono parlare di guerra e terrore, senza riuscire davvero a capirne la profondità e l’atrocità. E’ compito della scuola? Forse si, ma è in famiglia che i bambini pongono le domande più scabrose, allora siamo pronti a parlarne senza calpestare la sensibilità dei nostri figli?
Non ho vissuto la guerra, per questo mi piace che mio figlio ascolti i racconti dei suoi nonni o dei nostri amici in là con gli anni. Laddove non arriva la memoria storica ci rivolgiamo ai libri, oppure se è il caso visitiamo musei a tema.
In questi giorni, vi racconto di un viaggio che abbiamo fatto tempo fa, che ci è rimasto dentro: Vittorio Veneto e il percorso della Grande Guerra.
Siamo arrivati a Vittorio Veneto un pò per caso, vedere il tricolore ovunque, nelle strade, davanti alle case, nei luoghi pubblici ci ha ricordato in modo prepotente la prima guerra mondiale o grande guerra.
Proprio qui, sul Piave e sul massiccio del Grappa si combattè tra il 24 ottobre e i primi di novembre del 1918 l’ultima battaglia tra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Battaglia che precedette l’armistizio del 4 novembre 1918.
Abbiamo visitato questi luoghi in rispettoso silenzio, rispondendo alle tante domande che nostro figlio ci poneva. Dare risposta ai perchè della guerra è davvero difficile, e alle volte siamo rimasti semplicemente zitti.
Uno tra i luoghi che maggiormente ci ha colpito è il Sacrario Militare del Montello a Nervesa della Battaglia. Un monumento che raccoglie i resti di decine di migliaia di soldati morti in guerra.
Questo sacrario è un monumento molto toccante, da cui osservare dall’alto il corso del Piave, che nel 1918 fu trasformato in un gigantesco campo di battaglia.
Tutti quei nomi incisi su pietra d’innumerevoli giovani vite, bastano per spiegare quello che la guerra rappresenta?
Molto emozionante è anche visitare il museo della Battaglia che si trova a Vittorio Veneto. Un complesso museale di tre piani che raccoglie testimonianze e tante storie legate al conflitto bellico. Oggetti, diari e documenti che ci parlano di uomini che vissero l’orrore della guerra.
Al primo piano è possibile camminare in una trincea, una ricostruzione dettagliata, piena di pezzi originali appartenuti a uomini che in questi spazi atroci e angusti, vissero per molti anni.
Un museo curato e ricco di particolari, da visitare in famiglia!
A Nervesa della Battaglia nel 1918, trovò la morte anche Francesco Baracca il giovane aviatore, principale asso dell’aviazione italiana e uno dei pionieri del volo.
Vi abbiamo parlato di lui quando siamo stati sul Lago di Bracciano, qui abbiamo ritrovato il Sacello, monumento a lui dedicato nel punto dove fu trovato il suo velivolo abbattuto.
Ricordare quello che è successo può aiutare, ma ad essere onesta non sono positiva, perchè dopo la Grande Guerra ci fu subito una Seconda Guerra Mondiale, più cruenta e sanguinosa.
Il futuro cosa ci riserva? L’uomo ad oggi non ha dimostrato di voler imparare dai propri errori.
Proprio per questo continuiamo a parlare di Pace con i nostri figli, ricordando quello che la guerra ha rappresentato.
Informazioni pratiche
Il museo della Battaglia di Vittorio Veneto organizza visite guidate per adulti e famiglie, per maggiori informazioni potete rivolgervi alla loro sito web www.museodellabattaglia.it oppure alla loro pagina facebook.
2 commenti
chia bertasa
È importante parlare con I nostri bimbi di guerra.
Poco tempo fa abbiamo avuto ospite mia zia che da 10 vive in Congo, Leo sentendo I suoi racconti ci ha fatto molte domande, al quale trovore risposta è stata una presa di coscienza anche per noi.
Grazie per queste riflessioni , sempre profonde e che condivido.
Vi abbraccio Chiara
la luna di carta
Ci sono libri meravigliosi per trattare l'argomento, io non sarei mai riuscita senza!