Homeschooling,  Interviste

Intervista a Marta Reinero di Mamma Mr

Una tra le cose che ancora oggi maggiormente mi stupisce del mondo dell’homeschooling è che molte delle mamme che fanno questa scelte, sono insegnanti.
Sono veramente tantissime e ho toccato questa realtà con mano visto che ne ho conosciute molte di persona. E’ bello sapere, che anche nel mondo della scuola, ci sono molte insegnanti attente ai bisogni dei bambini, perchè se una docente è anche una mamma homeschooler, sono certa che farà la differenza.

Oggi intervistiamo una mamma homeschooler docente, Marta Reinero autrice del blog “Mamma Mr”. Abbiamo cercato di porre anche a lei domande per capire come si organizza, e come vive l’homeschooling con i suoi tre meravigliosi bambini.

Ci parlate della vostra famiglia? Quanti bambini avete e che età hanno?

La nostra allegra e rumorosa famiglia è composta da cinque persone! Siamo mamma Marta e papà Paolo con Amalia di 5 anni e mezzo, Pietro di quasi 4 anni ed Elia di 17 mesi! Abitiamo in campagna in provincia di Torino, ci piace fare le cose tutti insieme, ci piace cucinare e soprattutto mangiare, adoriamo viaggiare con la nostra roulotte e trascorrere tanto tempo all’aria aperta nella natura.

Quando e come avete conosciuto l’homeschooling?

Ho iniziato a sentir parlare di homeschooling tramite il web poco dopo la nascita di Amalia, poi seguendo alcuni blog e leggendo esperienze di famiglie italiane e straniere che avevano intrapreso questo cammino. Con il passare degli anni mi sono documentata leggendo alcuni libri sul tema, seguendo il portale di educazione parentale e confrontandomi con una cara amica che con la sua famiglia aveva cominciato questo percorso molto prima di noi.

Da subito questo tipo di educazione, d’istruzione, ma anche in senso molto più ampio di scelta di vita e di famiglia mi ha appassionato e affascinato. Più mi informavo e prendevo dimestichezza con i racconti di homeschooling più sentivo che questa forma mentis mi apparteneva!
Perché avete scelto questo tipo di educazione per i vostri figli?

Ti ringrazio per questa tanto bella quanto complessa domanda! Cercherò di risponderti, ma riassumere tutto ciò che penso e che provo in poche righe, non è semplice!
Abbiamo scelto d’intraprendere il cammino dell’educazione parentale perchè sentiamo che questo è il percorso più giusto per la nostra famiglia! Innanzitutto adoro trascorrere tutto il mio tempo con i miei bambini, mi piace tanto stare con loro, prendermene cura, giocare, sistemare la casa, fare le commissioni, cucinare, dormire insieme a loro ogni giorno, non mi pesa tutto questo!
Mi piace prendermi cura di loro in toto e dunque, ho scelto – insieme a mio marito – di essere responsabile anche dell’istruzione dei nostri bambini.

In secondo luogo credo nell’apprendimento libero, lento, creativo, esperienziale e rispettoso dell’unicità di ogni singolo individuo che ha tempi e modalità di apprendimento del tutto peculiari ed in evoluzione. Credo che questo sia l’unico modo per imparare veramente!

L’apprendimento è relazione, è un mix di curiosità, entusiasmo, scoperta, esperienza, sentimenti, fare, riflessione e a mio avviso non c’è​ luogo ​migliore per realizzare tutto questo se non la famiglia, nucleo di persone che si vogliono bene, adorano stare insieme, scoprire, farsi domande e cercare insieme le risposte.

Ritengo sia fondamentale, nell’ottica della pedagogia della lentezza, avere tanto tempo a disposizione nel corso delle giornate.
Tempo per dedicarsi alla cura del proprio corpo, alla cura della casa, a preparare del cibo sano e buono, tempo per riposarsi e dormire, tempo per stare insieme e sentirsi accolti e contenuti.

Tempo per decidere se, quando e come imparare, per coltivare le propri e passioni e talenti. Tempo, tanto, tanto tempo per trascorrere lunghe ore all’aria aperta, in mezzo alla natura e in tutte le stagioni. Tempo per viaggiare, visitare posti nuovi, musei, mostre, planetario, parchi e aree protette, un bosco, un lago,un muretto col muschio … Tempo per socializzare con gli più cari amici, i nonni e di parenti, ma anche con gli sconosciuti al mercato o i proprietari dei negozietti locali, con i bambini al parco giochi o con quelli incontrati per caso in campeggio.

Per me è importante dare l’opportunità ai bambini di sperimentare​ l’ozio​, non inteso in senso negativo, come“dolce far niente”, ma come opportunità di sperimentare la noia creativa, la riflessione nell’introspezione personale, momento per scoprire se stesso e allenarsi all’autoregolazione.
Mi fido dei miei bambini e delle loro capacità di imparare e di farcela da soli, credo nell’autoapprendimento! Per tutto questo -e per altro ancora- abbiamo scelto d’intraprendere questo cammino con gioia, entusiasmo, stupore e meraviglia!

Che difficoltà avete incontrato?

La prima difficoltà è stata quella di mettere d’accordo me, più decisa ed entusiasta, e mio marito – più scettico e preoccupat o- e decidere di provare a intraprendere questo cammino. Per quanto mi riguarda, ho attraversato una fase nella quale ho lavorato (e lavoro) molto su di me adulta ed educatrice volta a placare quella parte di me bambina, figlia, alunna abituata a “fare e fare tutto bene e subito” in vista di una valutazione soggettiva di altri e a lasciar andare vecchi schemi mentali e archetipi legati alla mia formazione d’insegnante di scuola primaria.

Parlateci della vostra scelta in pratica: Siete Unschooler o Homeschooler?

I nostri figli sono ancora in quella fase che in scolastichese si chiama prescolastica, quindi per il momento occupiamo gran parte delle nostre giornate a rispondere ai bisogni di cura, contenimento, riposo dei nostri bambini più piccoli, di gioco in casa e all’aria aperta, di relax sul divano.

Ogni giorno proponiamo attività sensoriali e artistiche legate alla ciclicità delle stagioni e ai cambiamenti della natura secondo gli interessi dei nostri bimbi più grandi ed il terzo li segue a ruota. Sempre senza stress e cercando di creare un clima di serenità e armonia, anche se spesso regna il “caos creativo”.

Dal prossimo settembre, quando inizieremo ufficialmente il percorso, credo che faremo un mix di cose: seguiremo i suggerimenti delle Indicazioni Nazionali che parlano di competenze da raggiungere nel corso degli anni e da lì agganceremo le curiosità, gli interessi e le passioni del momento, giochi, libri, film e cartoni, cercando il più possibile di rendere ogni apprendimento esperienziale, divertente e giocoso, legato alla nostra quotidianità, ai viaggi…

Ci raccontate una vostra giornata tipo?

Le nostre giornate iniziano quando ci svegliamo! Non abbiamo la sveglia che suona, a meno che io non debba andare al lavoro o nel caso in cui abbiamo un programma pianificato!

Dopo le lunghe coccole nel lettone, ci dedichiamo alla colazione, alla vestizione e alla cura di noi stessi, cosa che ci prende un bel po’ di tempo! Poi decidiamo il da farsi: giocare in casa, letture o “lavoretti”, come li chiamano i miei figli, giocare in giardino. Usciamo tutti i giorni almeno un’oretta, anche d’inverno. Nel corso della giornata, in questa fase, dedichiamo molto tempo a giocare, prepararci, cucinare, coccolarci e ciucciare il latte di mamma, dormire. Abbiamo alcuni appuntamenti fissi come il mercato settimanale, il picnic all’aria aperta, la biblioteca, i parchi ed i boschi dove osserviamo gli animali e la natura che si modifica, invitare gli amichetti a giocare a casa nostra, le commissioni, la serata cinema, la serata toast, la serata crepes.

Svolgendo tutte (ed altre) queste semplici attività impariamo sempre qualcosa di nuovo!

Parlateci dei benefici che conoscere l’educazione parentale vi ha dato.

Personalmente ho capito cosa significa veramente fidarsi dei propri figli e delle loro capacità!

I nostri figli ce la fanno, sempre! Crescono, imparano ed evolvono in modo naturale e del tutto unico se lasciati liberi di fare e sperimentare nella propria casa e nella propria quotidianità.

Come mamma ho capito che il mio ruolo è quello di accogliere i miei bambini così come sono, di soddisfare i loro bisogni primari e necessari, di contenerli quando sono sopraffatti e in balìa delle loro emozioni con l’esempio. Di permettere loro di muoversi e agire liberamente, rispettando sè stessi e gli altri, di scegliere ciò che desiderano.

Ho imparato a incoraggiare loro ed ho capito che il mio ruolo di guida è quello di essere​ lì​, sempre presente ed accogliente, ma in maniera discreta e non soffocante. L’educazione parentale mi ha fatto comprendere il vero significato del concetto di libertà: essere liberi di essere la persona che veramente si vuole essere in quel preciso momento della propria vita, senza pregiudizi o preconcetti, senza il “si è sempre fatto così” o “bisogna fare assolutamente in questo modo”.

Mi ha permesso di rivedere il concetto di tempo: ognuno investe il proprio tempo come meglio può e meglio riesce e nel modo nel quale si sente più felice e appagato con sè stesso, ognuno (bambino, ma anche adulto) impara e fa propria una conoscenza nel tempo che più è proficuo e consono alla sua personale crescita fisica ed emotiva.
Per fare ogni cosa e, soprattutto per imparare qualcosa, c’è bisogno di tempo, di lentezza, di cura, di tempo per osservare, per provare ad agire, per sbagliare, per rivedere e per riprovare

E come adulta e insegnante mi ha aperto gli occhi, il cuore e la mente donandomi la possibilità di essere ​empatica e creativa​ nei confronti di ogni bimbo che incontro nel mio cammino.

Cosa direste a chi vuole intraprendere questo percorso?

Io non posso che trasmettere tutto il mio entusiasmo!!!
Se si riesce a uscire dall’ottica di un apprendimento “tradizionale”, nozionistico e impartito, con l’idea che si impari con sforzo e fatica, solo se ci si trova in un luogo chiuso seduti attorno a un tavolo in silenzio assoluto con carta e penna, se prendiamo atto che esistono  tanti tipi di intelligenze e tanti modi diversi per imparare le stesse cose, se si decide di dare spazio e fidarsi dei propri figli, se c’è il desiderio di trascorrere del tempo con loro, d’imparare grazie a loro e con loro, se si ha la capacità di stupirsi e di meravigliarsi di fronte a qualcosa che ancora non si sa, se si dà libero sfogo alla curiosità e alla creatività, se si riesce a “lasciare andare tutto il resto” e concentrarsi “solo” sul benessere dei nostri bambini, allora …si può fare!!

Cara Marta, ha usato parole bellissime per descrivere l’homeschooling, e mi ritrovo in molti aspetti che hai trattato. E’ bello sapere che esistono mamme e docenti attente e premurose come te.

Grazie per la condivisione delle tue riflessioni di pedagogista e mamma sul tuo blog, Mamma Mr di Marta Reinero.

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