
Libri e consigli per imparare a leggere
E’ successo così, da un giorno all’altro, in maniera lenta e impercettibile: improvvisamente mio figlio ha imparato a leggere. Ogni lettere ha assunto ai suoi occhi una forma precisa e soprattutto un suono unico!
E’ un processo lungo e complesso che è iniziato tempo fa, prima la curiosità verso lettere, poi ha voluto replicarle sui fogli bianchi. Momenti di grande interesse si alternavano ad altri in cui c’era il completo rifiuto verso la penna e i quaderni. Poi è iniziato l’interesse per il corsivo e, improvvisamente Gabriele ha voluto tradurre quei simboli in parole: stava leggendo le sue prime parole!
Per me è la seconda volta che assito a questo grande miracolo, ma l’emozione è sempre tanta. Forse , questa volta sono più consapevole e più serena di sapere che in questo grande processo mio figlio ha fatto tutto da solo!
Incoraggiare senza stressare
Possibile che un bambino possa imparare a leggere da solo? Si, i bambini sono naturalmente programmati per imparare, da questo dipende la loro stessa vita.
I bambini imparano da soli cose complesse come parlare, mangiare, camminare chiedendoci unicamente il nostro incoraggiamento e amore incondizionato.
Lo stesso processo li spinge a voler dare significato al mondo di lettere che li circonda. E’ chiaro che non tutti i bambini hanno la stessa curiosità nei confronti dei numeri e delle lettere, per esempio il mio primogenito ha imparato a leggere solo verso i sette anni. Per quale motivo? Lui principalmente era un uditivo, quindi per apprendere basava tutto sulla sua grande capacità di ascolto.
Il fratellino a differenza di lui, ha bisogno di imparare a leggere e scrivere perché il suo metodo di apprendimento è più visivo, e quindi leggere è una vera necessità.

Come ha imparato? In modo semplice e naturale. Prima ha iniziato a voler replicare i simboli che vedeva, poi piano ha associato ad ogni simbolo un suono e, quando era sicuro di sé ha iniziato ad associare i suoni tra loro. Le parole sono nate dalla sua bocca come le poesie per un poeta, semplici e naturali, e noi ci siamo emozionati!
I bambini hanno una grande capacità di apprendimento e quello che chiedono a noi genitori è di essere li accanto a loro, per dare sostegno e amore incondizionato.
Cosa possiamo fare però in termini pratici noi genitori aiutare i nostri bambini a imparare a leggere? Nel mio caso sono stata una serena spettatrice di questo meraviglioso processo e ho cercato di rispondere alle esigenze di mio figlio.

Ho cercato di assecondare le sue richieste e le sue necessità e nel frattempo ho aspettato pazientemente quando, il processo era momentaneamente in stand by per poi poter ripartire con maggiore slancio quando era pronto. Ho gioito con mio figlio e l’ho incoraggiato quando pensava di non farcela.
Oggi è qui davanti a me che legge il suo primo libricino, con tanta caparbietà, sforzo e determinazione!
Imparare a leggere: quali libri mi hanno aiutato?
In verità non vi è un libro universale o un metodo adatto a tutti i bambini. Ho due figli ed entrambi hanno imparato in modo totalmente diverso e con modalità, tempi e ritmi assolutamente opposti.
Quando ci ripenso, mi viene da sorridere perché è davvero difficile spiegare la meraviglia che si nasconde dietro a questa capacità dei bambini. Ognuno di loro sa qual è il metodo più adatto per arrivare all’obbiettivo.
Cosa può fare un genitore? Assecondare le richieste del bambino, cercare di intuire come poter aiutare questa naturale capacità di apprendimento.

Nel caso di Gabriele ho trovato utile il libro PRIMI VOLI di Camillo Bortolato edito da Erickson. Del cofanetto quello che abbiamo apprezzato maggiormente sono state le strisce per potersi esercitare con le lettere dell’alfabeto in stampatello e in corsivo. Con un pennarello magico era possibile scrivere e cancellare, e questo in genere piace sempre ai bambini!
Molto utile è il libro di lettura, un approccio semplice che incoraggia i bambini a continuare a leggere grazie alle lettere grandi e chiare e alla storia dell’uccellino che incuriosisce i più piccoli.
Si tratta di libri semplici, essenziali che incoraggiano il bambino a sperimentare, a provare a scrivere e infine anche a leggere. Adoro questo metodo, anche perché è lo stesso che ho utilizzato con successo per matematica e grammatica con mio figlio Christian nei suoi cinque anni alla primaria.
Giocare con le lettere
Le lettere sono per i bambini un bellissimo gioco, e per questo è importante mantenere vivo l’entusiasmo. Per imparare a leggere possiamo sfruttare degli ausili visivi o dei semplici giochi da fare insieme.
Ci sono davvero tanti modi per giocare con le lettere, e tra i tanti noi abbiamo scelto di creare due alfabetari, il primo realizzato integralmente da mio figlio e l’altro l’ho realizzato io per lui.

Nel primo caso abbiamo ritagliato le sagome di tutto l’alfabeto da alcuni cartoncini plastificati e poi mio figlio le ha decorate lasciandosi ispirare da Hervè Tullet, uno dei suoi artisti preferiti. Le lettere sono state utili per diversi giochi che abbiamo fatto insieme.

L’abbecedario che invece abbiamo deciso di appendere in cameretta, lo abbiamo creato insieme! Abbiamo ritagliato le immagini da diversi libri della primaria e le abbiamo associate alle lettere dell’alfabeto.
Ho scritto su ogni card, le lettere nei quattro caratteri principali e le ho plastificate. In questo modo ho presentato i quattro caratteri delle lettere a mio figlio e ci siamo introdotti nel mondo del corsivo.

Una nuova avventura ha inizio, un viaggio nel mondo delle parole che regalerà a mio figlio tanta libertà e io, sono fiera di poter essere semplicemente qui vicino a lui.
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5 commenti
Stefania
L’istruzione dovrebbe essere un metodo che si adatta al bambino. Purtroppo le classi pollaio rendono tutto molto difficile ma c’è da dire d’altro canto che la tecnoligia di oggi, internet, i libri, offrono strumenti e possibilità di ogni sorta e genere. Quello che serve sono maestre (così come hai fatto tu) che hanno voglia di mettersi a disposizione dei bambini per incuriosirsli, per portarli per mano. Io noto una carenza di passione e di voglia. E sento invece sempre più mamme che ci mettono cuore e ingegno per far sì che lo studio e l’apprendimento sia un qualcosa di entusiasmante….come dovrebbe essere per tutti.
Mariangela
Concordo con te in pieno, ci vorrebbero più maestre che ci mettono il cuore nel loro lavoro e, dall’altro canto è giusto anche incoraggiare le mamme che se la sentono, a prendersi carico dell’istruzione dei propri figli.
Sr. Mariadoria
le zue parole: i bambini sono naturalmente programmati per imparare, da questo dipende la loro stessa vita. Meravigliose. Quando ho insegnato a scuola me ne rendevo conto. Parole ed esperienze di una mamma e parole ed esperienze di una insegnante a confronto. Si trovano d’accordo.
Teresa Scarselli
Entro per la prima volta sul tuo blog, che non conoscevo. E ti faccio i miei complimenti, anzi vi faccio, ad entrambi i genitori, per il coraggio che avete avuto nell’intrapprendere questo percorso. Che certo facile non deve essere. Impegnativo, anche se ricco di soddisfazioni, come poter crescere assieme ai propri figli. L’unico dubbio che mi pongo è quello della socialità, del fatto, credo, che andare a scuola non sia semplicemente imparare cose, ma anche imparare a stare con le persone. Ciao!
Mariangela
Grazie per le sue parole. Le posso assicurare che anche se non è facile, per noi ogni giorno è un dono speciale e siamo grati di questa grande opportunità! La socializzazione? Posso dire che i miei figli vivono NEL MONDO a 360° e hanno sviluppato una relazione con il prossimo, adulto o bambino che sia, che è serena e consapevole. Sono sempre più convinta che relegare dei bambini in un aula per 6/8 ore, voglia dire precludergli una parte importante della vita e li espone a una socializzazione finta e forzata. Non crede?