Intervista a Giorgia Petrini, La scuola non esiste
Nel nostro Paese sempre più persone si stanno affacciando al mondo dell’homeschooling perché riconoscono i limiti della scuola tradizionale e hanno trovato il coraggio di mettersi in discussione.
Nel sito troverete interviste a molte famiglie che nel corso del tempo hanno scelto l’educazione parentale per i propri figli, ognuna con una sua storia e con un diverso approccio al libero apprendimento. Questo perché non c’è un modo di fare homeschooling ma, le scelte didattiche e pedagogiche, come un vestito su misura si adattano al bambino e ai suoi interessi.
Oggi conosciamo meglio Giorgia Petrini, una mamma homeschooler autrice del libro “La scuola non esiste”. Giorgia ha un bambino e racconta nel blog www.lascuolanonesiste.blog le sue giornate.
Mariangela
Ci parlate della vostra famiglia? Quanti bambini avete e che età hanno?
Giorgia, Marco, Samuele e altri due bimbi o bimbe mai nati. Samuele ha 4 anni e mezzo e al momento è un unschooler bello e buono. Di questi tempi, ne siamo ancora più contenti!
Quando e come avete conosciuto l’homeschooling?
Circa sette anni fa abbiamo iniziato, da imprenditori, ad occuparci di scuola e di educazione, sollecitati da tante famiglie in crisi con il sistema d’istruzione tradizionale. In quel periodo, cercammo di leggere tutto lo scibile sul mondo dell’educazione, di fare una lunga e approfondita analisi dei contesti e degli stili educativi, di farci domande che nessuno si faceva più!
Arrivammo alla possibilità di aprire una scuola libera e innovativa a Roma ma quando presentammo il progetto che avrebbe consentito a questa nuova scuola di auto sostenersi senza pesare sulle tasche delle famiglie con le rette, di partire in meno di sei mesi coprendo in maniera assolutamente innovativa tutti i gradi di istruzione ci siamo sentiti rispondere che la gratuità e l’accessibilità facilitata avrebbero creato in sostanza un problema di concorrenza interno con le famiglie che accedevano già al resto della struttura pagando quote piuttosto salate.
Così, invece di pensare ad una bella cosa che accomunasse tutti e tutto, dopo un anno di lavoro (gratuito e volontario), chi avrebbe dovuto rendere la disponibilità dei locali ha preferito insabbiare la cosa e farla cadere nel nulla, proprio dando il miglior esempio educativo che poteva, in quel momento aggiungerei io. E fu così che, essendo rimasta incinta nel frattempo, con tutto quello che avevamo scoperto, capimmo che proprio l’homeschooling sarebbe stata per noi la scelta più bella e naturale da fare: l’unica che davvero consente a chi vi si dedica di privilegiare la crescita delle giovani generazioni, valorizzandone i doni e i talenti. Poi, da cristiani non potevamo che essere ispirati dalla parabola dei talenti, che è proprio l’incipit del mio ultimo libro “La Scuola Non Esiste”.
Perché avete scelto questo tipo di educazione per i vostri figli?
Innanzitutto, riteniamo che oggi le scelte ricadano prevalentemente sulle priorità, o molto spesso necessità oggettive, che i genitori hanno. Per un verso o per l’altro, tranne rari casi (che sono poi quelli che infatti fanno anche scelte diverse), si è completamente usciti dall’attenzione rispetto a cosa sia meglio fare per un figlio per logorarsi tutta la vita su quello che “non si può”. Il paradigma paradossale ormai è che molto raramente ci si applica a questo tipo di discernimento: i più vivono per inerzia e non vedono l’ora di tornare alla propria vita anche qualora fosse fatta solo di palestra. Noi ne conosciamo diversi. Mi riferisco sempre a quella “categoria di famiglie” (non sono solo “i ricchi” o quelli che si possono permettere di NON lavorare) che potrebbe scegliere per i propri figli un’istruzione differente, seppur con qualche sacrificio, e non lo fa lamentandosi poi però del sistema che non funziona e giustificando la cosa col fatto che “nella vita a tutti ci è toccato di soffrire”.
Come se crescendo poi, nel tempo, mancasse questa “grande esclusiva” della sofferenza fatta solo in tenera età. Non ti piace? Cambia vita e scegli di fare un’altra cosa se ci tieni veramente. Se crescere i tuoi figli in qualcosa che è davvero quello che rispecchia e testimonia il tuo pensiero e il tuo dire educativo è quello che vuoi e la scuola non ti piace, potendo fare diversamente, perché ce li mandi? Ecco, questa è una questione che andrebbe proprio eviscerata.
In Italia la scuola non è obbligatoria. E’ obbligatoria l’istruzione e tante persone non lo sanno! Chi lo sa si lamenta senza fare nulla per cambiare le cose, neanche ci prova! Noi, da perpetui appassionati all’educazione ormai, in questi giorni abbiamo perfino lanciato un manifesto sulla possibilità di pensare e costruire una nuova scuola. Chi ci va, la prende per quello che è e poi si lamenta. Tolti i casi di chi davvero non può fare diversamente, si vede che gli conviene così, altrimenti sinceramente non si spiega proprio.
Quindi, prima di perdermi di nuovo, ti risponderei che abbiamo scelto l’homeschooling perché, a prescindere da tutto, è quello che più naturalmente consente ai propri figli di scoprire CHI SONO veramente e PER COSA sono nati. Una scelta così la fai solo se ti appassioni alla vita di un altro che vivrà più di te e che ti toglierà tutto il tuo “gran da fare” per “superarti”. I genitori di oggi sono molto, troppo occupati con se stessi, anche adesso che c’è il Covid19: tutti su Facebook a fare o a seguire dirette per lamentarsi o per scrivere che la DAD non funziona, che il governo non aiuta le famiglie, che la scuola è fuori di senno o non si occupa dei precari, dei docenti, dei genitori (i ragazzi mai menzionati), invece di sedersi, guardare i propri figli negli occhi, stare svegli un mese di notte e chiedersi “chi siamo e dove stiamo andando?”.
Mi spiace, io ho avuto un grande padre in questo senso e quindi fatico a vedere e a premiare l’autoreferenziale di chi “si spende fuori di casa” per le battaglie più eteree lasciando “gli spicci” sul proprio terrazzo. Questa schiettezza è quella che forse mi rende più ostica e meno digeribile agli occhi e alle orecchie di molti, anzi della maggior parte, ma se c’è una cosa che ho capito nella vita è che se non lavi i piatti in casa tua, fuori mangi su quelli di plastica. Forse, è solo questione di esperienza e di vissuti personali, chissà… meglio pochi amici ma “buoni”.
Parlateci della vostra scelta in pratica: Siete Unschooler o Homeschooler? Seguite il programma?
Siamo unschooler e, se dovesse restare la procedura attuale, parteciperemo certamente all’esame di idoneità e cercheremo anche di farlo molto bene, ma non abbiamo intenzione di intaccare minimamente questa scelta che oggi rende così brillante, solare e serena la vita di nostro figlio e la nostra.
La conoscenza è una questione di domande continue, non di risposte e, come sappiamo, l’esame è un esame di “idoneità alla classe successiva” , ormai finalmente “naturalizzato” (o meglio che “ambisce a”) sulle competenze e non sui contenuti: noi speriamo di essere “idonei alla vita nel suo insieme” più che alle classi successive, di imparare tante cose, di non saperne mai talune altre e di morire “ignoranti ma felici” come tutti, laureati compresi. Questa settimana abbiamo finito il triennio di musica del Music Together di Princeton e ne siamo contentissimi.
Ci raccontate una vostra giornata tipo?
Sul nostro blog www.lascuolanonesiste.blog ce ne sono diverse, ma noi non le chiamiamo “giornate tipo”. Abbiamo un diario di bordo e una sezione dedicata al “tipo di giornata trascorsa” e non alla “giornata tipo”. Ci siamo dati da fare anche negli ultimi due mesi con tanti video che trovate anche sul nostro canale YouTube e sulla pagina Facebook.
Parlateci dei benefici che conoscere l’educazione parentale vi ha dato.
Vado a ruota libera: responsabilità, maggiore attenzione alle priorità, tempo, libertà, abbracci, carezze e baci, intesa, rispetto reciproco, ascolto e condivisione, tanta allegria, momenti di grande commozione, vivere la realtà per quella che è e per come si presenta sul momento senza risultare né eroi né sconfitti, vivere la fede con maggiore attenzione e più spiritualità, approfondire quello che “ci chiama” e non il contrario, apprendere e approfondire liberamente dappertutto, in tanti modi e orari diversi, attraverso tante persone, fonti, luoghi, relazioni, esperienze e strumenti diversi e “last but non least” imparare nel tempo che le persone sono più importanti delle cose (è un po’ il nostro motto), che i soldi sono carta sporca e che il potere è solo quello di Gatto Boy, il resto è corruzione.
L’istruzione parentale è un cammino di “formazione permanente”, diffuso, distribuito e appassionato. E’ una scoperta perpetua che coinvolge tutta la famiglia e che offre la possibilità di vivere la vita con tempi, ritmi, scelte e stili, molto più naturali del bieco “corri corri”. Ognuno trova i propri in modo assolutamente naturale e opportuno. Secondo è la scelta secondo noi più solida e duratura che si possa fare umanamente. E noi, dopo anni di prime pagine e di successi personali che hanno fatto il giro del mondo, siamo molto umani, siamo “solo” umani. E’ questo che ci conferisce la nostra vera bellezza.
Cosa direste a chi vuole intraprendere questo percorso?
Chi sceglie l’homeschooling deve essere profondamente convinto di quello che Maria Montessori detto: “Io prego i cari bambini che possono TUTTO di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”. Se vuoi morire con questo pensiero, cercando di spendere la tua vita per testimoniarlo, ecco, allora forse scegli proprio questo percorso. Il segreto di questa scelta è uscire da se stessi, accettare di esserne registi anonimi e comparse di secondo livello o di schiena senza neanche il nome tra i titoli di coda. Finché penseremo che i bambini bisogna affidarli a qualcuno che ce li ridia quando saranno diventati adolescenti o che essere frustrati da subito nella vita sia più importante che essere felici da subito per diventare grandi, produrremo adolescenti tristi che non rispettano le regole, genitori occupati con se stessi, adulti che non raccolgono la cacca di cane quando portano a spasso i loro “amici a quattro zampe” e anziani lasciati soli nelle case di riposo. Sei disposto a a costruire un futuro di pace per gli uomini e per il mondo partendo da tuo figlio e da casa tua? Semmai chiamami. Ti aiuto volentieri.
Giorgia Petrini