Intervista a Angelica Taromboli, una mamma e maestra
Continuano le interviste alle mamme del variegato mondo dell’homeschooling. Stiamo conoscendo meglio molte famiglie che hanno scelto l’istruzione parentale per i propri figli, e diversi modi di approcciarsi all’apprendimento libero.
Ogni famiglia cerca di trovare il suo equilibrio nel rispettare e incoraggiare le curiosità e le passioni dei propri figli, ognuno in modo diverso, ma tutti con grande impegno e attenzione.
Oggi conosciamo meglio Angelica Taromboli, un’insegnante e mamma homeschooler.
Ci parlate della vostra famiglia?
Noi siamo Angelica, Dario, Ludovico e Aurora, abitiamo in Lombardia in provincia di Pavia, praticamente quasi in campagna. Abbiamo un cane di nome Romeo che da noi viene solo a far pipì e abita per la maggior parte del tempo con la nonna al piano di sotto e due gatti che fanno la loro vita. Dario è ingegnere informatico ed è attivo soprattutto la sera e nei week end. Io sono insegnante alla scuola primaria per una parte del mio tempo, per il resto della giornata faccio la mamma. Ludovico ha 6 anni e mezzo e ama giocare con il nonno e si definisce un falegname, ama scavare e fare le attività con la mamma – parole sue – Va a nuoto, a cavallo e suona la chitarra. Con il papà condivide la passione per le auto e il gioco. Aurora ha due anni e mezzo ed è un ciclone, ama correre con la corribici, pitturare, ascoltare e raccontare storie, ama la musica e ballare, ma soprattutto mangiare.
Quanti bambini avete e che età hanno?
Come dicevo, i bambini sono due, Ludovico che ha quasi 7 anni ed Aurora che ne ha 2 e mezzo.
Quando e come avete conosciuto l’homeschooling?
Ludovico aveva appena due anni, era una piovosa domenica di autunno, anche abbastanza fredda e io avevo sentito di una conferenza sul tema dell’homeschooling, che sinceramente non avevo mai preso in considerazione. Andammo tutti a quella conferenza e fu amore a prima vista, anche se all’inizio mi sembrava una cosa “un po’ strana” visto l’ambiente lavorativo da cui provenivo e non ero sicura che fosse la nostra strada, ma sicuramente mi aveva colpito e aveva aperto in me una breccia al punto di approfondire sempre più l’argomento.
Lessi molto, ma soprattutto mi confrontai molto, sia attraverso i network che poi, di persona. Ebbi infatti la fortuna di conoscere Alessia, un’altra mamma che come me si faceva domande e di ritrovarmi in perfetta sintonia con lei sull’argomento. Insieme siamo state anche ad un incontro nazionale dove si parlava di homeschooling in modo concreto e ormai la strada era tracciata: a quel punto infatti eravamo già convinti che quello sarebbe stato il nostro percorso. La lettura che mi ha dato la certezza di essere sulla strada giusta? “Non sono mai andato a scuola. Storia di un’infanzia felice” Andrè Stern.
Perché avete scelto questo tipo di educazione per i vostri figli?
Perché? Bella domanda, ma molto complessa e variegata la risposta. Innanzitutto è un modo di vivere più che una scelta: prendersi in carico l’educazione, l’istruzione, la cura dei propri figli in tutto per tutto ti cambia completamente la vita, ti riempie le giornate. Quello che mi piace dell’homeschooling è soprattutto il poter seguire l’indole dei miei figli, i loro interessi. Amo il fatto che che l’apprendimento nasca dal loro interesse quando lo manifestano e non da un semplice obbligo, o perché è giunto il momento di raggiungere questo o quell’obiettivo. Amo il fatto che l’apprendimento, lo studio siano un desiderio anziché un’imposizione.
In questi anni ho conosciuto molte persone, famiglie, ho visitato molte realtà educative alternative, partecipato a incontri, corsi e talvolta ho anche pensato di impegnarmi professionalmente in quel senso, creando una realtà adatta alle nostre esigenze, ma più mi confrontavo e più ci pensavo sentivo che non era la cosa giusta per noi. Devo dire che mai come in questo campo non c’è una cosa giusta e una sbagliata, ma solo una giusta e una sbagliata per ciascuno di noi. Ecco, io voglio seguire i miei figli con i miei ritmi e secondo i loro tempi ed interessi perché è quello che sento.
Che difficoltà avete incontrato?
Difficoltà vere e proprie finora non ne ho incontrate, ma siamo solo al nostro primo anno di homeschooling vero e proprio perché prima dei sei anni non si può parlare di homeschooling. Se devo cercare una difficoltà è dentro di me. Tutti pensano che per me sia più semplice perché sono insegnante, invece io ho sempre vissuto questo come un limite.
A scuola lavoro secondo programmi prestabiliti abbastanza inquadrati, poi a casa mi devo destrutturare come piace a me per cercare di andare incontro alle singole esigenze ed interessi dei miei figli.
Parlateci della vostra scelta in pratica: Siete Unschooler o Homeschooler?
Entrambi e nessuno dei due, dipende dai giorni, dal tempo, dalle voglie e dagli interessi di ognuno di noi. Certamente sono tenuta a rispettare le Indicazioni Nazionali in quanto norma vincolante, ma questo non preclude la nostra libertà di spaziare, in quanto le Indicazioni sono davvero ben fatte e lasciano ampio spazio sia sui tempi che sugli argomenti da apprendere.
Prima dei sei anni di Ludovico non mi sono posta il problema, facevamo tanti travasi, pittura, attività sensoriali, laboratori, mi rifacevo molto agli insegnamenti di Maria Montessori. Dopo ho iniziato a proporre anche qualcosa di più strettamente didattico, ma non solo. Il mio lavoro più grosso è stato proprio quello di prendere le Indicazioni, studiarle per bene, tradurle in obiettivi e affiancare a ciascun obiettivo attività dei generi più svariati, così da poter scegliere lo stile che preferiamo. Faccio un esempio: se io leggo “Comprendere testi di tipo diverso, continui e non continui, in vista di scopi pratici, di intrattenimento e di svago.” Penso al solito leggere un testo e rispondere a domande inerenti ad esso. In realtà questo obiettivo è molto vasto e può essere perseguito più efficacemente in mille altri modi, ad esempio così: “Comprendere e mettere in pratica istruzioni di giochi in scatola, la trama di un film per decidere o meno se può interessare, una ricetta da applicare; un cartello stradale con indicazioni temporanee di chiusura traffico o divieto di sosta, o ancora pulizia strade.” E’ facendo questo lavoro di “traduzione in pratica” che mi sono resa conto come a scuola si vada avanti sempre allo stesso modo più per abitudine e comodità dei più.
Detto questo noi utilizziamo tutti gli strumenti a nostra disposizione, libretti tipo eserciziari (ma solo per italiano e matematica), giochi in scatola, software, applicazioni, lapbook, libri e talvolta anche corsi, come per l’inglese, dove non mi sono sentita di fare tutto da sola, ma soprattutto tanta, tanta pratica e osservazione diretta, con esperimenti e laboratori di ogni tipo.
Seguite il programma?
Come dicevo sopra, seguo le Indicazioni Nazionali che conosco bene e che si prestano alle più svariate interpretazioni adattandosi benissimo a ciò che più ci piace fare. Gli argomenti non sono prescrittivi, ma a discrezione di ognuno di noi. Purtroppo nelle scuole si segue il libro, che poi diventa “Il Programma”, ma che altro non è se non l’interpretazione che un privato (la casa editrice) fa delle indicazioni. Io non ho usato libri di testo scolastici perché anche in questo caso ho preferito dare più spazio alle scelte personali mie e soprattutto del mio bambino.
Ci raccontate una vostra giornata tipo?
In realtà non abbiamo una giornata tipo, non riesco neanche a trovare un momento di condivisione al mattino per mettere insieme le idee perché ogni giorno, ognuno di noi si sveglia con le sue esigenze sempre diverse e anche io col mio lavoro ho orari sempre diversi. C’è il giorno che sono a casa al mattino e quello in cui sono a casa il pomeriggio, così come il giorno che lavoro solo un’ora. Comunque vada le nostre giornate scorrono abbastanza lente: al mattino i bimbi dormono fino a quando vogliono, poi ci si alza, colazione e si parte! Se c’è con loro la tata allora giocano, giocano e ancora giocano. Se ci sono io decidiamo quando e cosa fare di volta in volta. A volte facciamo laboratori artistici così da coinvolgere anche la sorellina più piccola, oppure esperimenti scientifici, altre volte iniziamo subito con qualche attività sui libri, ma mai prima elle 11,00. Il tempo che dedichiamo al lavoro didattico non è mai più di un’ora al giorno, ma ho voluto fosse fisso per adesso. Ovviamente è tutto sempre rivedibile: ad inizio anno decidevo io le attività da fare, ora le decide lui e ha addirittura scelto di sua iniziativa di acquistare un nuovo libretto “dei numeri” nonostante io gli avessi detto che non era necessario. Spesso infatti sostituiamo le attività sui libri con giochi da tavolo o di carte. A volte invece le cosiddette “attività” le facciamo dopo pranzo quando la sorellina dorme. Durante la giornata troviamo sempre un momento per la lettura che piace tantissimo a tutti e due e poi abbiamo gli appuntamenti fissi settimanali: il corso di chitarra, di nuoto e di inglese.
Parlateci dei benefici che conoscere l’educazione parentale vi ha dato. Cosa direste a chi vuole intraprendere questo percorso?
Questa è la domanda più difficile. Non so se si possano chiamare benefici. Sicuramente ci da il rispetto dei tempi naturali dei bambini, il rispetto delle loro tappe emotive. Ho potuto sempre scegliere le persone che stavano a contatto con loro e i luoghi che volevamo frequentare. Ho potuto constatare di persona che questo ha consentito loro, al contrario del pensiero comune, di acquisire una maggior autonomia. Una delle cose che mi ha colpito di più è stato sentirmi dire da mio figlio: -mamma ho trovato il posto che fa per me, tu puoi andare a casa. Sì perché poter scegliere della propria vita da realmente una maggior sicurezza in se’, o almeno così è stato per noi. Con l’hommeschooling posso conoscere meglio e più profondamente i miei figli, mi da il tempo di creare un rapporto più forte anche tra fratellino e sorellina, che altrimenti tra scuola e asilo si vedrebbero pochissimo.
A chi vuole intraprendere questo percorso direi di valutare bene cosa desidera anche per sé stesso perché sicuramente è un impegno grande e non deve essere preso alla leggera o solo perché non piacciono le alternative alla scuola. Bisogna essere consapevoli che è un impegno totalitario avere sempre i bambini a casa. Con questo non voglio dissuadere, ma certamente l’homeschooling deve essere SCELTO perché ci fa piacere farlo, ci fa piacere stare con i nostri bambini e vederli crescere e maturare di giorno in giorno. Ci fa piacere condividere con loro tutti i momenti della vita quotidiana, dai mestieri, alla spesa, alle commissioni e quant’altro.
Visto che hai bimbi di età diverse come fai con l’homeschooling?
Prima di cominciare pensavo fosse uno scoglio e non avevo idea di come me la sarei cavata, anche perché Aurora aveva appena fatto i due anni ed era veramente molto piccola. Poi abbiamo cominciato e mi sono accorta che invece di essere un problema è una risorsa. Ludovico a volte non avrebbe voglia di fare niente, vorrebbe solo giocare indisturbato, mentre lei con la sua passione per la lettura, per i libri, per la pittura, è trainante anche rispetto al fratello che a volte si entusiasma perché lo vede fare a lei. Dico la verità…in qualche caso ho usato questa cosa a mio favore, proponendo a lei per coinvolgere lui e in genere è andata bene. Non è un obbligo, ma perché no se si tratta solo di risvegliare un interesse latente.
Ci sono giorni più difficili e altri più semplici. Di norma le attività più strutturate le facciamo quando lei dorme, ma non sempre funziona. Diciamo che non ne faccio mai una tragedia, il giorno dopo andrà meglio.
Come fai a gestire il lavoro di insegnante con l’homeschooling?
Questo non è difficile, perché in vista dei suoi sei anni ho richiesto di poter passare ad un parte-time, così da poter avere più tempo da passare insieme ai bambini. E’ vero che se non lavorassi affatto sarebbe più comodo gestire il nostro tempo, ma non è detto che sarebbe meglio. Io credo di aver trovato un buon compromesso. Devo dire poi che lavorare in una prima e vedere le diversità tra i bambini mi aiuta molto ad essere serena sui nostri apprendimenti, anche se per alcuni versi si discostano un po’ da quelli canonici, soprattutto nelle modalità. Noi per esempio abbiamo usato pochissimo i quaderni e molto di più la pratica. Nel complesso è tutto gestibilissimo.
Essere mamma e scegliere l’homeschooling ti ha cambiato come insegnante?
Assolutamente si! Su questo ci potrei scrivere un libro, anzi ci ho già provato più volte, fermandomi quasi in dirittura di arrivo. Però non so se è arrivato prima l’uovo o la gallina. Il grande cambiamento infatti è arrivato con l’essere mamma, dal pancione ho cominciato a rivedere la mia idea di approcciarmi ai bambini ed è stato questo che mi ha portato verso l’homeschooling e non il contrario. Comunque sicuramente il mio cambiamento interiore, seguito da una assidua ricerca studio dei diversi metodi pedagogici, da Montessori a Steiner, agli approcci libertari stile Summerhill school, asili nel bosco ect mi hanno portata a rivedere il mio metodo di insegnamento a favore di una didattica più laboratoriale, possibilmente senza voti, ma anche senza compiti. In questi anni ho sperimentato molto, ho partecipato al movimento nazionale Basta compiti indetto da Maurizio Parodi e sono iscritta all’albo dei docenti a compiti zero. Ma a parte questo mi piacerebbe proprio essere maggiormente libera di portare più di me anche dentro alla scuola.
Ci sono insegnanti che ancora credono in questo bellissimo lavoro, e fanno del tutto per metterci l’anima in ogni cosa che fanno, Angelica è tra queste.
Ti auguriamo davvero di poter riuscire a portare un pò di apprendimento libero nel mondo della scuola, ma anche di riuscire a trasmettere la fiducia e ilrispetto che hai nei confronti dei bambini.
Se volete conoscere meglio Angelica, potete seguire le pagine facebook che gestisce con cura e professionalità: Imparare giocando e mamma e maestra.
Grazie Angelica per averci fatto conoscere meglio il vostro modo di approcciarvi all’homeschooling.