Il bambino nascosto
Faccio una premessa importante: parlo di tutto con mio figlio, rispondo volentieri alle sue domande e curiosità. Eppure se c’è una cosa che mi angoscia è parlare di quello che è successo nei campi di concentramento nel periodo nazista.
Si tratta di un capitolo oscuro della storia recente, malvagità e sofferenza che la mente fa fatica ad accettare: come fare quindi a spiegarlo ad un bambino?
Premetto che ritengo sia compito di ogni genitore parlarne con i propri figli, con tanta delicatezza. Personalmente evito di perdermi nei dettagli delle atrocità che sono successe per concentrarmi sul come non ripetere più questi terribili errori. La memoria ci deve aiutare a costruire un futuro migliore, a formare persone diverse.
I libri mi hanno aiutato tantissimo a parlare della Shoà con mio figlio, a raccontare la cattiveria umana rispettando la sensibilità di un bambino. Alle volte le immagini, meglio delle parole trasmettono il dolore sofferto con la speranza di un futuro migliore.
Oggi vorrei parlarvi di un libro, un autobiografia di Isaac Miliman, Il bambino nascosto.
Ho letto questa libro a mio figlio, in un nevoso pomeriggio di inizio gennaio, la storia di un bambino di 8 anni che ha avuto un’infanzia felice, poi all’improvviso il mondo intorno a lui cambia.
Un bambino che con incredibile lucidità racconta la paura che lo sorreggeva, le sofferenze di essere definito diverso, la povertà di anni difficili e la fame che lo perseguitava.
Un bambino solo, senza genitori che ricorda suo padre che lo saluta da dietro il filo spinato di un campo di lavoro e la guancia di sua madre bagnata di lacrime, che lo bacia teneramente per l’ultima volta.
Mio figlio ha ascoltato in silenzio per tutto il tempo, ha sussultato quando il bambino è stato allontanato dai genitori, si è commosso nell’ascoltare le difficoltà che il bambino ha vissuto e insieme abbiamo pianto nel finale.
Un libro da leggere insieme, per far capire che l’uomo può essere molto cattivo, ma che si può al contempo essere diversi.
Si deve essere diversi e lo si dimostra nelle nostre azioni quotidiane. Viviamo tutti continuamente lo scontro tra violenza e pace, tra ricchi e poveri e tra persone di etnie diverse.
E noi siamo li, sempre ad un bivio.