Geografia: un mondo da osservare
Scegliere l’istruzione parentale concede ai genitori la libertà di adattare il programma e le competenze da acquisire alla modalità di apprendimento del bambino. Un approccio flessibile all’istruzione può aiutare a creare un ambiente stimolante e coinvolgente che rende l’apprendimento un’esperienza gratificante per il bambino.
Per esempio con entrambi i miei figli, abbiamo scelto di approcciarci allo studio della Geografia senza partire dai libri ma incoraggiando la loro capacità di osservare. Al contrario, i testi solo in un secondo momento!
Alla base dello studio della geografia non vi sono mappe, atlanti o cartine, vi è la capacità e il piacere di osservare l’ambiente di cui facciamo parte.
Converrete con me però che, conoscere l’ambiente intorno a noi non è qualcosa di scontato. Io che ho studiato “Geografia sui libri”, ho capito bene cosa volesse dire quando, camminando con i miei figli in mezzo alla natura, mi hanno letteralmente costretto ad osservare davvero che il cielo non è semplicemente blu, o un prato non è un di verde uniforme.
Piano piano ho capito che le stagioni non possono essere spiegate in una fredda aula di una classe o facendo uno sterile lavoretto: imparare le stagioni vuol dire camminare e osservare i cambiamenti che ci sono intorno a noi, viverle e sentirle in modo profondo sulla propria pelle.
Come stimolare la capacità di osservazione nei bambini
Il primo passo e più importante è portare i bambini all’aperto e incoraggiarli a osservare la natura intorno a loro. Chiedi loro di notare i diversi tipi di piante, animali, nuvole, ecc. Questo li aiuterà ad affinare le loro capacità di osservazione.
Nei bambini l’osservazione è un dono innato, però come genitori possiamo aiutarli ad affinare il gusto di osservare, il piacere di capire il contesto intorno a noi e aiutarli a familiarizzare con esso.
Cosa vuol dire in termini pratici? Vuol dire che anche se sono piccoli, quando passeggiamo con loro, spegniamo il cellulare e parliamo di quello che vediamo, raccontiamo storie di paesaggi lontani e diversi e stupiamoci con loro della bellezza del mondo!
Ho sempre amato parlare con i miei figli e ho iniziato molto presto a raccontare cosa avveniva intorno a loro, dalle cose più banali (che poi banali non sono mai!) come la differenza tra il giorno e la notte, al perché il vento ci scompiglia i capelli. Semplici passeggiate quotidiane ci hanno permesso di crescere insieme e di creare ricordi indelebili.
In base all’età del bambino questa capacità può essere ulteriormente affinata grazie all’ausilio di importanti strumenti come le carte geografiche, le mappe e il mappamondo. In questo modo possiamo continuare a coltivare nel bambino la voglia di esplorare e la curiosità di scoprire ambienti nuovi e diversi.
Può essere interessante anche integrare all’esplorazione attiva, libri mirati e esperimenti coinvolgenti che ci permettono di approfondire argomenti complessi che sono presenti in natura. L’apprendimento in questo modo è naturale, profondo e attivo. Un viaggio entusiasmante che non finisce mai.
Geografia on the road alla scuola Primaria
Oltre che esplorare l’ambiente in cui viviamo, ho sempre trovato affascinante scoprire il il mondo insieme alla mia famiglia. Affinché questo avvenga, è importante coinvolgere in modo attivo i propri figli durante un viaggio. Può essere interessante, ad esempio organizzare escursioni guidate che permettano loro di approfondire la conoscenza del territorio e degli ambienti intorno a noi.
E’ viva dentro di me l’emozione di quando abbiamo mostrato le Alpi ai nostri figli, dall’alto di una seggiovia. Oppure quando abbiamo parlato delle colline osservando il dolce paesaggio dell’entroterra marchigiano.
Quando i bambini vivono esperienze dirette non solo stanno apprendendo concetti geografici come montagne e colline, ma stanno anche sviluppando una connessione emotiva con il mondo che li circonda. Queste esperienze sono ricche di emozioni e sensazioni che contribuiscono a rendere l’apprendimento più significativo e duraturo.
Quando si parla di un lago, per esempio, dopo aver vissuto l’emozione di ammirare un lago con i propri occhi, i bambini non solo capiscono la definizione di un lago come una massa d’acqua circondata da terra, ma possono anche collegare quel concetto a esperienze personali e concrete. Possono ricordare il riflesso del cielo sull’acqua, il suono delle onde che si infrangono sulla riva o le sensazioni di pace e tranquillità che provano stando vicino al lago.
Sia che programmiamo una semplice gita fuoriporta o un viaggio più o meno lontano, tutto si trasforma in una nuova avventura agli occhi del nostro bimbo, e una grande opportunità di apprendimento e crescita.
4 commenti
il contatto naturale
Anche noi amiamo molto la geografia!
=)
Belle le foto,
ciao!
chia bertasa
È proprio vero la geografia va toccata, percorsa, ammirata, anche gustata non letta o memorizzata.
Inoltre è una materia trasversale a molte altre dalla matematica all'arte.
Che tristezza pensare a come l: ho studiata io.
Vi auguro buona geo conoscenza con affetto Chiara
Lun@ di Carta
Grazie, sono foto che facciamo mentre passeggiano in,normalissimi stradine. Invece le violette sono spuntate nel mio giardino…mi piacciono da morire.
Lun@ di Carta
Non dirlo a me, ho studiato anni per avere ottimi,voti e non mi é rimasto niente. Alle volte mi sembra che sto imparando più in,questi anni che a scuola!!!