Homeschooling,  Interviste

Domande sull’homeschooling a Sybille Kramer

Io e mio marito siamo entrati a contatto con il mondo dell’homeschooling quando mio figlio aveva circa due anni. Abbiamo deciso praticamente subito di non mandarlo a scuola dell’infanzia e ci siamo presi tutto il tempo di informarci sull’argomento. Presto abbiamo capito che l’apprendimento libero era adatto a noi, il bambino cresceva sicuro di sé e imparava senza stress.

Mancava poco all’inizio della primaria, quanto però abbiamo avuto un’istante di incertezza, alcuni dubbi si affacciavano in noi con prepotenza e avevamo bisogno di confrontarci con qualcuno che l’homeschooling lo praticava da tempo per dare risposta alle nostre ultime perplessità.

Siamo andati a S-Cool, evento organizzato da Erika Di Martino e lì io e mio marito abbiamo fatto una chiacchierata con Sybille e suo marito. Quella breve conversazione fu decisiva, e oggi abbiamo quasi concluso la scuola primaria come homeschooler!

Tutto questo per dirvi che Sybille è questo e altro, una donna dalla carica esplosiva, dalla fantasia infinita e da un sorriso che ti scioglie il cuore. Io adoro i suoi laboratori e imparo dai suoi lapbook, ma non solo, adoro la passione che ci mette in ogni cosa che fa. 
Le sono grata di aver risposto ad alcune domande, che possano dare vigore a chi è ancora in dubbio se scegliere o meno l’educazione parentale.

Raccontaci di te, della tua famiglia e della scelta di fare homeschooling. Per quanti anni avete istruito i vostri figli a casa?

Noi abbiamo iniziato con l’istruzione parentale dopo quattro anni di scuola parentale (stile mix Montessori e libertaria), dopo che appunto questo progetto di scuoletta si è chiuso perché la sfida dal punto di vista economico era diventata troppo grande da sostenere per le famiglie. Anche se ai quei tempi non conoscevamo nessun’altra HS-famiglia, abbiamo accolto la proposta dei figli di “imparare a casa” invece di proseguire con la scuola pubblica. Ci siamo trovati così bene che anno dopo anno abbiamo continuato e siamo arrivati fino in terza media. Dopo l’esame statale da privatisti, entrambi hanno scelto il loro percorso di scuola superiore.

I tuoi figli hanno età differenti, come facevi a coinvolgerli entrambi?

 Hanno 3 anni di differenza. Per alcuni aspetti, ho affrontato gli argomenti con loro in modo separato, ad esempio quasi sempre per quanto riguarda matematica e inglese. Per molte altre cose, mi sono orientata soprattutto ai contenuti affrontati dal figlio più grande, cercando per il più piccolo di semplificarli un pochino e lasciandolo comunque completamente libero a decidere se voleva seguirci oppure trovarsi un altro argomento.

Devo aggiungere che ai quei tempi non c’erano esami annuali da fare, dunque il piccolo in questo modo affrontava argomenti di storia e geografia che erano molto “più avanti” rispetto alla sua età. Visto che quelle erano comunque le sue materie preferite, andava più che bene… Sottolineo anche che in ogni caso noi avevamo uno stile di apprendimento abbastanza multidisciplinare (inclusione di arte, musica, poesia, costruzioni, giochi vari ecc.) perciò nel “menù di proposte” ognuno riusciva sempre a trovare qualcosa per il proprio livello.

A distanza di tempo, cosa pensate della scelta di fare homeschooling?

Siamo sempre ancora molto convinti che sia stato il regalo più importante che il destino ci abbia fatto! E se tornassi indietro, lo rifarei 100 e altre 100 volte. Certamente ci sono alti e bassi come in tutte le cose della vita, ma anche nei momenti più difficili non è mai stato “veramente” difficile in confronto ai problemi che spesso si possono incontrare in un percorso tradizionale di scuola (purtroppo). Come mamma sono soprattutto felice che in questo modo abbiano avuto un’infanzia molto “a misura di bambino”, secondo me è un’esperienza che ti porti dietro per tutta la vita.

I tuoi figli cosa ricordano di quegli anni?

Ricordano soprattutto l’aver avuto a disposizione tanto tempo per seguire i propri interessi, per sviluppare i loro talenti, di aver potuto studiare seguendo il proprio ritmo. Forse sembra poco, scritto nero su bianco in una o due frasi, però credo siano davvero aspetti fondamentali.

Come è stato per loro l’inserimento nel mondo della scuola? Hanno incontrato difficoltà? Se si quali?

All’inizio era un po’ strano studiare “per materie” che andavano affrontate in un certo orario, o dover fare i compiti a casa entro un determinato giorno. Anche ricevere dei voti che “commentavano” le proprie capacità o i risultati, a loro sembrava proprio strano! Visto che erano stati loro a scegliere quel tipo di scuola, ovviamente si sono adattati presto, era solo questione di un po’ di tempo per capire come funzionavano qui le cose. In fondo è la stessa situazione che può capitare quando cambi posto di lavoro; il lavoro stesso forse è simile a quello di prima ma le modalità, gli strumenti, il ritmo, i colleghi ecc. cambiano e ci vuole un po’ di tempo per inserirsi.

È stato invece un piccolo “shock” constatare il modo in cui si rapportano gli studenti con gli insegnanti. Mentre nell’homeschooling, chi “insegna”, dunque chi ti fa vedere le cose e te li spiega (che possono essere i genitori ma anche la vicina di casa, la commessa nel negozio, il contadino ecc.) è sempre guardato appunto come persona che ti vuole aiutare a comprendere e sta condividendo con te informazioni preziosi, a scuola funziona più nel senso “studenti contro insegnanti” e bisogna “fare squadra per sopravvivere”. Gli adulti non sono più persone che hanno più esperienza di te e ti possono dare una mano a migliorare, ma persone con il potere di rovinarti la vita dandoti brutti voti, tanti compiti, chiedendoti cose impossibili e tormentarti con verifiche e interrogazioni. Questa l’ “atmosfera” che mi hanno descritto e della quale si sono davvero stupiti all’inizio. Purtroppo dopo un po’ si sono adattati (dico purtroppo perché a me sembra una cosa davvero brutta!), per fortuna entrambi hanno trovato molti insegnanti davvero in gamba ma il rapporto con loro può diventare difficile perché dal resto della classe vieni subito visto come “secchione” o “il cocco della prof” e queste cose ovviamente non sono molto piacevoli.

Altre cose negative: qualche esperienza di bullismo, ma devo dire che a questa età entrambi sono stati capaci di arrangiarsi ad affrontare i periodi un po’ difficile da quel punto di vista, poi le cose si sono sistemate. Non voglio però immaginare se situazioni simili le avessero dovute gestire a 6 o 7 anni.

Oggi i tuoi figli sono ormai grandi, secondo te in cosa sono diversi dagli altri? Che traccia ha lasciato in loro l’homeschooling?

Sì, ormai sono adulti, hanno 20 e 23 anni. Secondo me non sono diversi dagli altri (infatti qualcuno che non conosce il loro percorso di apprendimento non nota “diversità” di solito), hanno però fatto esperienze diverse dagli altri su ciò che riguarda l’apprendimento, e questo sicuramente ha lasciato qualche traccia. Ad esempio ricordo che ai primi colloqui con gli insegnanti a scuola (che non sapevano del percorso precedente di HS), tanti si dicevano meravigliati del fatto di come i ragazzi riuscissero a collegare contenuti e informazioni in modo multidisciplinare. Mi pare ovvio, visto che loro non erano stati abituati a ragionare “per materia” ma per “argomento”, includendo sempre possibilmente molti aspetti e prospettive. Anche il fatto di aver sempre usato come base non un unico “testo scolastico” ma tanti libri diversi, sicuramente ha fatto una differenza.

Cosa consiglieresti alle mamme che oggi scelgono l’istruzione parentale?

Godetevi questi anni con i figli perché è probabilmente l’unica occasione per poter passare così tanto tempo insieme, crescere insieme, godersi le cose belle della vita nel quotidiano. Ma è anche un’occasione per dare una buona istruzione di base ai bambini in un ambiente sereno, fatto di ritmi e abitudini tutti vostri, aiutare il bambino a sviluppare i suoi talenti senza essere giudicato. Fare homeschooling significa anche imparare per sé stessi e non “per la scuola” o “perché si deve” e probabilmente mai più nella vita si avrà a disposizione così tanto tempo per potersi dedicare ad argomenti di proprio interesse, a sperimentare, scoprire, inventare.

Agli adulti che accompagnano il bambino nell’apprendimento consiglio di vedere se stessi non tanto come “insegnanti” ma invece come “compagni di apprendimento” che insieme al bambino approfondiscono, scoprono, inventano, sperimentano.

I lapbook di Sybille

Oggi conosciamo Sybille per la sua creatività e per l’impegno che ci mette nel divulgare il libero apprendimento con i suoi meravigliosi lapbook.

A proposito, avete visto l’ultimo progetto di Sybille, un lapbook dedicato a Leonardo Da Vinci, il genio italiano che a distanza di 500 anni dalla sua morte continua a far parlare di sè.

Noi abbiamo la sua ultima racconlta di progetti didattici, e a breve realizzeremo il nostro lapbook seguendo le sue indicazioni. Volete saperne di più? Ecco il suo Fun Lab su www.sybilletezzelekramer.com.

6 commenti

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *