Baco da seta: curiosità, storia e caratteristiche
Metamorfosi vuol dire trasformazione, ed è un processo naturale lento e graduale che permette ad alcuni animali di cambiare forma. La modifica interessa l’intera struttura e i classici esempi di metamorfosi sono il girino che diventa rana o il bruco che diventa farfalla.
Curiosi da sempre abbiamo già allevato farfalle per poter capire maggiormente questo processo, questa volta però abbiamo deciso si allevare bachi da seta. Condividiamo con voi cosa abbiamo imparato su questo piccolo e prezioso insetto, allevato ormai da circa 4000 anni.
I Bachi da seta
Il baco da seta è un insetto conosciuto in tutto il mondo per il prezioso filamento che produce, e appartiene all’ordine dei lepidotteri.
I piccoli bachi si trasformano in falene, che assomigliano molto alle farfalle ma, hanno colori meno accesi e una vistosa peluria sul torace. I bachi da seta furono “allevati” per la prima volta in Cina, da allora la loro capacità di produrre seta è aumentata di circa dieci volte. Infatti la forma addomestica, dopo innumerevoli studi in laboratorio e accurate selezioni, ha aumentato la forma del bozzolo, le dimensioni del corpo e il tasso di crescita.
I bachi da seta sono allevati in ogni angolo del pianeta ma non esistono più in natura nella loro forma selvaggia e originale.
Triste a dirsi oggi questo piccolo insetto vive in ambienti affollati e non è più in grado di completare il suo ciclo di vita in autonomia, perché a causa delle sue enormi dimensioni non è più in grado di volare, né di cibarsi da solo.
Una storia triste che abbiamo vissuto in prima persona, le falene non volano e dopo l’accoppiamento si lasciano morire. Quando vi sono interessi economici in gioco, l’uomo è disposto a tutto!
L’allevamento del baco da seta
L’origine dell’allevamento del baco da seta si perde nella leggenda, sta di fatto che accompagna gli uomini sin dagli albori della civiltà.
La storia più comune sulle origini della bachicoltura inizia circa 5000 anni fa, nel 2640 a.c. quando Si-Ling-Chi, un’imperatrice dell’antica Cina stava camminando gustando un tè nel suo giardino, All’improvviso un bozzolo cadde nella sua tazza e dopo averlo raccolto, scoprì che dal bozzolo era possibile risalire a un filato delicato e fresco, oggi noto come seta.
La Cina custodì per circa tre millenni il segreto del prezioso filato e ne mantenne il monopolio, anche se il raffinato tessuto era apprezzato in tutto il mondo al punto da essere oggetto di importanti trattative commerciali ed economiche come testimoniano le “vie della seta”.
Fu solo nel V secolo a.c. che, come narra la leggenda, una principessa andata in sposa al principe del regno di Khotan, amava la seta al punto da non potersene separare, così decise di nascondere nella sua acconciatura “reale” i semi di gelso e alcuni bachi da seta.
Le guardie non potevano toccare una principessa, così la sericoltura uscì dalla Cina e si diffuse nel resto del mondo, nonostante i divieti imperiali!
In Italia si ha traccia dei primi allevamenti di bachi da seta ad Avellino nel 1036 d.c.
La bachicoltura a Pesaro
Siamo stati al museo del Baco da seta a Vittorio Veneto, e siamo rimasti affascinati dalla storia degli allevamenti di bachi in Italia. Solo recentemente parlando con la nonna, abbiamo scoperto che anche Pesaro era una zona conosciuta per la produzione di seta.
Quando abbiamo raccontato a mia suocera che volevamo allevare bachi con i bambini, ha aperto il cassetto dei ricordi della sua infanzia. Ci ha raccontato di quando sua madre, comprava “ditali” (si proprio quelli che si usano per cucire”) di piccoli “vermetti”.
Li metteva in un angolo in cantina e li nutriva unicamente con foglie di gelso. Mangiavano tanto e facevano un grande rumore quando masticavano le foglie e uno tra i suoi compiti di bambina di mia suocera era nutrire i vermetti con foglie fresche!
Quei bachi crescevano a vista d’occhio e mangiavano in continuazione, poi all’improvviso filavano dei bellissimi bozzoli di un bianco candido. Nonostante sia passato tanto tempo, mia suocera ci racconta in modo vivido la bellezza di quelle palline di seta che venivano vendute ad allevatori locali.
Con quei bozzoli la sua famiglia poteva arrotondare qualche soldino in più per vivere, e quasi tutte le famiglie contadine allevavano questi bachi per lo stesso motivo. Venivano venduti solo i bachi migliori, quelli più grandi, bianchi e candidi. Tutti i bozzoli imperfetti venivano usati dalle donne per tessere nelle lunghe sere invernali calzini o altri capi di vestiario.
Io e i bambini ascoltiamo estasiati le storie d’infanzia della nonna e, siamo felicissimi di aver trovato anche nella nostra famiglia una traccia che ci unisce al mondo della bachicoltura. Continuiamo a fare domande e lei conclude facendoci vedere una coperta realizzata interamente con i bozzoli di scarto. Una coperta fatta a mano da sua madre, un ricordo prezioso per lei e per noi, ma anche un pezzo di storia della nostra città.
La nostra passione per i bachi da seta ci ha permesso di far tesoro di questo racconto di mia suocera , della nostra famiglia ma anche della storia di Pesaro. Presto vi raccontiamo come è andata la nostra esperienza di allevatori di bachi da seta!
14 commenti
il contatto naturale
Che bello ascoltare la storia dai nonni!
Anche da noi ci sono molte tracce di questo allevamento, che ora non si fa quasi più…
Ciao ciao!
la luna di carta
E' stato bellissimo scoprire questo pezzetto della nostra storia, i nostri nonni sono davvero preziosi!
Priscilla
Anche i miei nonni lo hanno fatto per anni e anni, mio papà ancora se ne ricorda!
Maria
Davvero triste la storia dei bachi allevati. Come per ogni essere vivente lo sfruttamento per fini economici porta a snaturarne l'esistenza. Ovvio che vogliamo sapere come procede 😉
la luna di carta
A breve raccontiamo la nostra esperienza!!!!
la luna di carta
E' bellissimo condividere i ricordi di un'epoca non lontana ma così diversa!
Il Miraggio, il travel blog di Katja
Mi sono avvicinata al mondo dei bachi da seta solo recentemente: negli ultimi mesi sto riscoprendo la storia dei tessuti e della lavorazione della seta. Pensa che ho scoperto una via della seta nel Tirolo storico (odierno Trentino, Alto Adige e Tirolo) e in Trentino si coltivavano i bachi da seta tra il 1600 e il 1700.
E' molto interessante scoprire la lavorazione del baco da seta e sapere come si sviluppa prima di diventare seta e tessuto già lavorato!
la luna di carta
Verissimo! E' un universo da scoprire…del resto in ogni parte d'Italia vi è traccia dell'allevamento di bachi da seta quindi fa parte anche della nostra storia!
S
Meraviglioso e lo confermo. E’ grande tutto quello che insegni ai figli col tuo metodo. interessante l’articolo suo bachi da seta. Ciao
Mariangela
Grazie 😉
patty_unanimainviaggio
Bellissima storia quella della nonna che ricorda il passato con la coltivazione dei bachi da seta!
Noi abbiamo visto a Bangkok la casa di Jim Thomson, che fu colui che riporto’ in auge il commercio della seta in Thailandia, ora diventata un museo negli anni 40, e al suo interno ci sono anche pannelli esplicativi di tutto il ciclo del baco da seta, una cosa super interessante!
Mariangela
Grazie per aver condiviso questa chicca sulla coltivazione dei bachi da seta!
Silvia
Anche nella storia della famiglia di mia mamma, di origini lombarde, la seta ha avuto un certo peso, tant’è che mia zia (sua sorella) nacque durante la guerra nell’ospedale di una filanda.
Per quanto riguarda le metamorfosi, invece, con mio figlio siamo concentrati in quella dei girini/rane, che suscita altrettante affascinanti storie familiari.
Mariangela
Vorrei tanto poter allevare dei girini, ma nulla ancora non riusciamo. E’ bellissimo poter scavare nel proprio passato e in quello della propria terra, concordo con lei!